Pace, speranza, solidarietà. Sono parole precise quelle che hanno caratterizzato i lavori del Consiglio Episcopale permanente che si è tenuto a Roma dal 23 al 25 settembre. “I vescovi – si legge nel comunicato finale- hanno concordato sulla necessità di non cedere alla sfiducia ma di guardare al futuro con speranza perché la Chiesa è una comunità, nonostante le nostre fragilità e contraddizioni”. Un tema che coinvolge segnatamente le giovani generazioni a cui occorre garantire, prosegue il documento, “un accompagnamento efficace che le valorizzi e le faccia sentire protagoniste della loro vita e di quella della Chiesa e della società”. Un altro tema portante è stato, sulla scorta dei recenti richiami di papa Francesco sull’argomento, la necessità di “ampliare le vie d’accesso sicure” per i migranti che fuggono da situazioni di guera e miseria “unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui”. Toni altrettanto chiari sono emersi riguardo all’appello per la pace e a non lasciare nulla di intentato per favorire un dialogo che la instauri in modo permanente. “Continuiamo a vedere vite spezzate- prosegue il documento finale del Consiglio Episcopale permanente- famiglie segnate dal dolore, bambini sconvolti dalla violenza e dalle lacrime, scuole, case e ospedali rasi al suolo, città rese deserte, un’umanità ferita chiede pace e giustizia ed è compito di ciascuno invocare la pace e operare nella vita di ogni giorno nel segno della Fratelli tutti”. L’appello bussa alla porta di chi governa così come a quella delle istituzioni religiose chiamate a un impegno “generoso, risolutivo e profetico”. Lo sguardo della tre giorni romana si è poi dilatato sino all’organizzazione della prima assemblea sinodale prevista nella basilica di San Paolo fuori le Mura dal 15 al 17 novembre. L’auspicio è che tale cammino possa dare quale esito “comunità ecclesiali più snelle , missionarie e accoglienti attraverso il rinnovamento della mentalità ecclesiale e delle prassi pastorali, la formazione alla fede e alla vita e la corresponsabilità, tutto nell’orizzonte missionario e nello stile della prossimità”. In questo senso, conclude la Cei, “l’assemblea avrà il compito di elaborare alcune proposte, a partire dalle traiettorie individuate nei Lineamenti, che saranno poi riconsegnate alle chiese locali in vista della seconda assemblea sinodale in programma dal 31 marzo al 4 aprile 2025”.
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